Arte a Palazzo Previtera. Più che "abitare" un luogo, Leo Orta sembra volerlo attivare
Quando si parla di Leo Orta, non si può prescindere dal territorio che lo ospita e lo ispira: un paesaggio sospeso tra la forza primordiale del vulcano e le stratificazioni culturali di un luogo come Palazzo Previtera, a Linguaglossa, sulle pendici dell’Etna.

Palazzo Previtera non è semplicemente una residenza storica: è un archivio vivente, custode di racconti familiari, migrazioni, botanica secolare e sguardi sul mondo. La famiglia Previtera ha raccolto nei secoli mappe, libri, opere d’arte e ricordi che oggi formano un corpus culturale unico. Questo patrimonio si riversa nell’energia del luogo, diventando materia fertile per chi, come Leo Orta, lavora con l’idea di trasformazione.

Il territorio vulcanico dell’Etna non è solo sfondo: è presenza. La lava, la cenere, le eruzioni cicliche, la fertilità del suolo: tutto questo diventa materiale concettuale per Orta, che legge il vulcano come simbolo di cambiamento, distruzione e rinascita. Nei suoi lavori, l’energia geologica si traduce in forme organiche, oggetti ibridi, installazioni che sembrano uscite da un mondo post-umano ma profondamente ancorato alla terra.


Formatosi nel campo del design, Leo Orta ha sviluppato una pratica che attraversa scultura, performance e installazione. Ma ciò che rende il suo approccio unico è il modo in cui fonde gesto artigianale e rituale, spesso ispirandosi a gesti arcaici o processi geologici. In questo senso, Palazzo Previtera è per lui anche un laboratorio: un luogo in cui il tempo si dilata, e dove le opere possono dialogare con gli spazi, i materiali e i racconti che li abitano.

Formatosi nel campo del design, Leo Orta ha sviluppato una pratica che attraversa scultura, performance e installazione. Ma ciò che rende il suo approccio unico è il modo in cui fonde gesto artigianale e rituale, spesso ispirandosi a gesti arcaici o processi geologici. Orta esplora il paesaggio dell'Etna , il sentiero di Monte Nero ed incontro produttori di vino locale come Fabio Signorelli enologo dell'azienda Fabio del Palmento di Linguaglossa.
